Costruire un impianto di depurazione spesso richiede un investimento considerevole con tempi di realizzazione abbastanza lunghi. Sempre in più casi il mercato richiede un impianto economico, efficace e nello stesso tempo facile da installare. Ecco perché la nostra azienda ha ideato il nuovo sistema a pannelli autoportanti per adempiere alle richieste del mercato.
L’impianto viene realizzato con moduli assemblabili costituiti da pannelli con struttura autoportante che, una volta fissati su una base in CLS, circoscrivono le vasche di processo che a loro volta vengono rivestite al loro interno con un telo di PVC termosaldato che garantisce l’effettiva tenuta idraulica e l’isolamento tra il refluo da trattare e la struttura in metallo.
L’installazione è rapida poiché i pannelli richiedono minor tempo rispetto alla struttura in cemento armato e i costi di realizzazione sono contenuti perché i pannelli che costituiscono l’impianto sono costruiti in modo standard. Ogni tipologia di depurazione può essere costruita con questa soluzione, in particolare impianti civili, piccoli e medi impianti dove l’incidenza economica delle opere murarie è notevole. Il prefabbricato può essere installato fuori terra, interrato o parzialmente interrato.
L’impianto MONOCAR è costruito per consentire la depurazione delle acque di scarico a basso costo. È concepito per comunità il cui numero di utenti varia da 5 a 500. Lo scopo fondamentale dell’ideazione del monocar è quello di evitare le costose opere murarie e di limitare l’ingombro (l’impianto può essere anche interrato). L’impianto è costruito in lamiera di acciaio ed è trattato con una particolare vernice antiruggine al cloro-caucciù. L’impianto è corredato da elettrosoffianti, diffusori, filtro per aria, manicotto flessibile, manometro, quadro elettrico, cloratore, vasca di ossidazione, sedimentatore, vasca di clorazione, paratoie, sistema air-lift e sistema di grigliatura per le acque in arrivo.
La prima fase di funzionamento dell’impianto è la grigliatura, dove i solidi di una certa grandezza vengono separati dalle acque. L’asportazione avviene manualmente, ma è possibile chiedere un sistema di automazione. Nella seconda fase avviene l’ossigenazione delle acque per la creazione dei fanghi attivi. Questa fase permette la depurazione biologica delle acque. L’ossigeno è creato da un elettrosoffiante e da un sistema di diffusione dell’aria attraverso una linea di diffusori a microbolle.
Nella terza fase avviene la sedimentazione dei fanghi attivi e la chiarificazione delle stesse. In questa vasca avviene anche il ricircolo dei fanghi attraverso il sistema air–lift. I fanghi espulsi vengono recuperati in appositi sacchi e portati allo smaltimento da aziende autorizzate. La quarta e ultima fase è la clorazione, dove l’acqua è ormai limpida.
Monocar S
L’impianto presenta le stesse caratteristiche del Monocar, ma è costruito per consentire la depurazione delle acque di scarico a basso costo per comunità i cui utenti variano da 5 a 30.
L’impianto BIOCAR è concepito in monoblocco per contenere gli ingombri. Il processo di depurazione utilizzato è composto da un processo di accumulo ed equalizzazione iniziale: sistema di ossigenazione a doppio stadio, chimico fisico e filtrazione finale con clorazione. Lo scopo fondamentale è quello di depurare le acque, anche dei caseifici di piccole e medie dimensioni, con costi (d’acquisto e di gestione) molto contenuti ed assicurare una facile gestione dello stesso.
La vera novità del sistema è legata alla facile versatilità dell’impianto che, anche con acque con valori discontinui, riesce a garantire una qualità del refluo che rispetta il D.L. 152/99. Il sistema BIOCAR è infatti costituito da quattro fasi di depurazione fondamentali, che potrebbero sintetizzarsi in quattro impianti: due biologici ad ossidazione prolungata, un impianto chimico – fisico e un processo fisico composto da una filtrazione a pressione. È possibile avere una versione in cemento armato ed una versione con pannelli zincati.
Acquacar in lamiera nera verniciata con vasca rivestita in PVC
L’impianto si presenta in monoblocco costruito in struttura di carpenteria metallica sabbiata, trattata con due mani di antiruggine alla base di zinco e verniciata con vernice epossidica ad alto potere protettivo. La vasca di processo è costruita in PVC rinforzato a tronco conico con coperchio superiore ermeticamente chiuso. Tutto il sistema è rivestito con pannelli tagliati e pressopiegati in lamiera di alluminio zigrinata per la protezione totale del sistema. L’impianto è posto “fuori terra”, è dotato di ispezione superiore e l’accesso è garantito da una scala esterna. Tutto il sistema di depurazione è gestito da un PLC inserito nel quadro di comando generale integrato all’impianto; tale sistema ha il compito di gestire in sinergia tutto il processo depurativo, intervenendo sulla pompa di prelievo del refluo, sui dosaggi dei prodotti chimici, sull’agitazione e miscelazione dei flocculanti.
Su ogni impianto, a seconda delle esigenze e delle richieste, è possibile effettuare un diverso trattamento:
– interno ed esterno zincato;
– interno smaltato ed esterno verniciato;
– interno epox alim. ed esterno verniciato.
L’impianto di depurazione è gestito interamente da un PLC inserito nel quadro di comando generale integrato all’impianto. Tale sistema ha il compito di gestire in sinergia tutto il processo depurativo, intervenendo sulla pompa di prelievo del refluo, sui dosaggi dei prodotti chimici, sull’agitazione e miscelazione dei flocculanti.
Acquacar in lamiera zincata con vasca rivestita in PVC – Rivestimento esterno in alluminio
L’impianto è realizzato in lamiera zincata a caldo, spessore 3 mm e relativa struttura portante in acciaio al carbonio preverniciata con vernice epossidica. Il rivestimento interno delle vasche è in PVC termosaldato a tenuta. Il monoblocco contiene tutti i comparti necessari per la depurazione del refluo costruito con accesso alla parte superiore per l’ispezione ed è dotato di copertura a griglia in acciaio zincato, scaletta, ecc.
Acquacar versione MILK
La versione ACQUACAR MILK è studiata prettamente per caseifici ed aziende casearie. L’impianto sfrutta un processo chimico-fisico dove vengono utilizzati particolari prodotti chimici (flocculanti) che favoriscono il processo di decantazione dei solidi presenti nell’acqua utilizzata nei caseifici. Le vasche di processo sono sintetizzate in un monoblocco costruito in carpenteria metallica dove vengono sfruttate al massimo tutte le leggi fisiche per il processo di separazione delle particelle più leggere dall’acqua. Una volta eliminate le particelle grossolane in sospensione, resta il problema chimico, che viene risolto con un filtraggio al carbone attivo vegetale noto per la sua efficienza di assorbimento.
Acquacar FLOT
Il rotopercolatore modello ROTOCAR è un sistema di depurazione biologico, ideato dalla nostra azienda, che si basa sul principio di depurazione aerobica per percolazione. Il rotopercolatore è dotato di un reattore biologico che prende l’ossigeno direttamente dall’aria. Viene utilizzato un reattore di forma cilindrica orizzontale che ruota nel refluo. Il refluo da trattare è raccolto in una vasca dove è immerso per metà anche il reattore; la rotazione favorisce al reattore il contatto in modo da offrire più superficie di reazione in minor volume; pertanto più superficie esiste nel rettore e maggiore è la depurazione.
Il ROTOCAR, installato sul refluo di caseifici, ha dato degli ottimi risultati di depurazione, utilizzandolo come integrazione all’impianto di flottazione modello “FLOTCAR” come pre-trattamento. La sua facile installazione, oltre ai tanti vantaggi che offre l’impianto ROTOCAR, ha avuto un notevole successo e questo ha orientato la nostra azienda a puntare molto su questo tipo di trattamento per le acque reflue di caseificio.
Alcuni vantaggi dell’ impianto:
– Facile installazione
– Non necessità di particolari opere murarie
– Bassi costi di gestione
– Basso costo di acquisto
– Non necessita di una manutenzione specializzata
– Produzione di pochi fanghi
– Piccoli ingombri
– Non emana cattivi odori
– Bassi consumi energetici
I flottatori ad aria disciolta vengono usati, ormai da molti anni, nel trattamento delle acque di scarico per la separazione dei solidi sospesi, oli e grassi, fibre e altri materiali a bassa densità, così come per l’ispessimento di fanghi attivi e di fanghi prodotti da flocculazione chimica. I flottatori-separatori possono essere usati negli impianti di depurazione delle acque di scarico civili, per rimuovere i solidi flottabili e sedimentabili, migliorando l’efficienza dei sistemi di trattamento esistenti e favorendo una maggiore flessibilità dell’intero sistema.
Negli impianti di trattamento chimici, un flottatore-separatore può sostituire il chiarificatore finale a valle della flocculazione, migliorando il rendimento. Negli impianti di trattamento delle acque di scarico industriali, il flottatore può essere impiegato per il recupero di prodotti persi nell’acqua di processo e per ridurre l’inquinamento. Possono essere recuperati materiali come fiocchi chimici leggeri, scarichi organici, solidi leggeri e delicati, grassi ed oli senza rotture od emulsionamenti. I flottatori-ispessitori sono invece utilizzati per ottenere delle alte concentrazioni in solidi, nell’ispessimento di fanghi attivi o di altri fanghi biologici. Con dei fanghi attivi è possibile ottenere concentrazioni del 4%, riducendo notevolmente i costi di trattamento. In molte applicazioni il volume dei fanghi può essere ridotto del 90%.
Il sistema di drenaggio fanghi “DRENOCAR” ha il solo scopo di drenare i fanghi provenienti dal ciclo di depurazione. I fanghi da disidratare, per avere maggiori risultati, devono avere caratteristiche di densità superiore al 30% nel rapporto solido/ liquido, in modo tale da non intasare velocemente il sacco.
La provenienza del fango deve derivare esclusivamente da un processo depurativo a fanghi attivi o chimico fisico. Nei fanghi è opportuno che non vi siano sostanze oleose o grasse, in quanto possono impedire la percolazione dell’acqua attraverso le pareti di trasudazione dei sacchi. Il sistema è dotato di bocche di innesto sacchi, dove va collocato il sacco drenante allacciato alla parte superiore in modo tale da sostenere il flusso di fango; a supporto della probabile estensione vi sono i cestelli di contenimento che contengono il volume dei sacchi. L’impianto va alimentato da una pompa monovite o quant’altro idoneo al trasporto dei fanghi; da precisare che non fanno parte del sistema, pertanto in fase di installazione è bene che il progettista valuti attentamente le portate ed il flusso ed, in ogni caso, non ci assumiamo nessuna responsabilità su un eventuale malfunzionamento del sistema “DRENOCAR” dovuto ad un’eccessiva portata o quant’altro.
L’impianto è stato progettato per suddividere le acque di prima e seconda pioggia, per il trattamento delle acque di prima pioggia e per mantenere le concentrazioni degli inquinanti nei limiti definiti dal D.Lgs. 152/06.
Per acque di prima pioggia si intendono i primi 5 mm di ogni evento di pioggia indipendente, uniformemente distribuiti sull’intera superficie scolante servita dalla rete di raccolta delle acque meteoriche che si succedono a distanza, l’uno dall’altro, per un tempo non inferiore a 48 ore, mentre tutte quelle eccedenti vengono considerate seconda pioggia.
Precedentemente per la divisione delle acque di prima e seconda pioggia venivano utilizzati dei pozzetti, detti ripartitori il cui funzionamento avveniva per “troppo pieno” e quindi non garantiva quello che la legislazione in materia prevedeva, in quanto si rischiava di far defluire le acque di prima pioggia in quelle di seconda pioggia con inevitabile inquinamento.
Da ciò è nata l’idea di creare un sistema che, attraverso strumentazioni sofisticate, legge i dati meteorici ed è in grado di ripartire le acque di prima pioggia da quelle di seconda pioggia.
Il sistema di raccolta delle acque provenienti dell’area interessata comunica attraverso una canalizzazione con una vasca di raccolta, dove al suo interno viene posizionata una barriera ad azionamento meccanico che gestisce le due uscite di acqua di prima e seconda pioggia. La gestione meccanica del ripartitore è affidata ad un software, il quale rileva i dati dai sensori di pioggia e dalle sonde di livello immerse nelle vasche di stoccaggio o dall’elettropluviometro, in mancanza di vasca di raccolta delle acque di prima pioggia.
Nella vasca di raccolta delle acque provenienti dal ricettore idrico è posizionata una coppia di pompe di sollevamento che rilanciano le acque da trattare verso l’impianto di trattamento.
Il sistema di rilevamento è in grado di misurare l’entità dell’evento piovoso sia dal punto di vista della durata sia da quello della quantità, e grazie al monitoraggio continuo consente una gestione puntuale e precisa.
Il sistema di rilevamento è composto da:
La rilevazione del volume della pioggia caduta avviene nella vasca di accumulo attraverso due sensori di livello che rilevano i dati e li trasmettono alla centralina elettronica:
Il primo rilevatore è in grado di rilevare e comunicare alla centralina elettronica l’inizio e la durata dell’evento piovoso; il sistema è identificato con il nome di “sensore pioggia”.
La centralina analizza i segnali provenienti dalla coppia di sensori (sensore pioggia + sonda di livello vasca di accumulo) e comanda l’apertura/chiusura della barriera posizionata nella vasca di raccolta.
Al manifestarsi dell’evento piovoso, inizia la rilevazione della coppia di sensori; la centralina comanda l’apertura della barriera convogliando le acque di prima pioggia verso la vasca e quindi, con l’ausilio delle pompe, verso l’impianto di trattamento.
In relazione all’intensità delle precipitazioni, uno dei due sensori interverrà prima al raggiungimento della quantità di acqua di prima pioggia comunicando alla centralina la necessità di chiudere la barriera: in tal modo si blocca il passaggio delle acque di seconda pioggia che, attraverso il troppo pieno del comparto, saranno convogliate verso i corpi idrici ricettori.
Comunemente per eliminare gli oli dalle acque di prima pioggia vengono utilizzati dei filtri detti a coalescenza o disoleatori che, nella maggior parte dei casi, sfruttano il diverso peso specifico e due sostanze per separarle. Il flusso veloce delle acque e le microparticelle di oli non risalgono in superficie e quindi ciò porta ad una non funzionalità di questi sistemi in commercio.
Cosa diversa è quella progettata dalla SICA, soluzione che permette la separazione degli oli attraverso l’assorbimento con il filtro a coalescenza: le acque vengono convogliate nel filtro in modo tale da favorire un’azione di “ruscellamento centrifugo”; questo ci consente di arricchire le acque con piccole micro bolle di aria che, a loro volta, s “legano” a quelle degli oli trascinandoli in superficie. A questa azione viene aggiunta quella della barriera di NCarbone®, che attira e assorbe tutti gli oli e gli idrocarburi presenti nel refluo.