L’impianto è stato progettato per suddividere le acque di prima e seconda pioggia, per il trattamento delle acque di prima pioggia e per mantenere le concentrazioni degli inquinanti nei limiti definiti dal D.Lgs. 152/06.
Per acque di prima pioggia si intendono i primi 5 mm di ogni evento di pioggia indipendente, uniformemente distribuiti sull’intera superficie scolante servita dalla rete di raccolta delle acque meteoriche che si succedono a distanza, l’uno dall’altro, per un tempo non inferiore a 48 ore, mentre tutte quelle eccedenti vengono considerate seconda pioggia.
Precedentemente per la divisione delle acque di prima e seconda pioggia venivano utilizzati dei pozzetti, detti ripartitori il cui funzionamento avveniva per “troppo pieno” e quindi non garantiva quello che la legislazione in materia prevedeva, in quanto si rischiava di far defluire le acque di prima pioggia in quelle di seconda pioggia con inevitabile inquinamento.
Da ciò è nata l’idea di creare un sistema che, attraverso strumentazioni sofisticate, legge i dati meteorici ed è in grado di ripartire le acque di prima pioggia da quelle di seconda pioggia.
Il sistema di raccolta delle acque provenienti dell’area interessata comunica attraverso una canalizzazione con una vasca di raccolta, dove al suo interno viene posizionata una barriera ad azionamento meccanico che gestisce le due uscite di acqua di prima e seconda pioggia. La gestione meccanica del ripartitore è affidata ad un software, il quale rileva i dati dai sensori di pioggia e dalle sonde di livello immerse nelle vasche di stoccaggio o dall’elettropluviometro, in mancanza di vasca di raccolta delle acque di prima pioggia.
Nella vasca di raccolta delle acque provenienti dal ricettore idrico è posizionata una coppia di pompe di sollevamento che rilanciano le acque da trattare verso l’impianto di trattamento.
Il sistema di rilevamento è in grado di misurare l’entità dell’evento piovoso sia dal punto di vista della durata sia da quello della quantità, e grazie al monitoraggio continuo consente una gestione puntuale e precisa.
Il sistema di rilevamento è composto da:
1. un rilevatore di precipitazione piovosa;
2. un rilevatore di volume di pioggia caduta;
3. una centralina elettronica di raccolta dati e di comando del sistema.
La rilevazione del volume della pioggia caduta avvenire nella vasca di accumulo attraverso due sensori di livello che rilevano i dati e li stramettono alla centralina elettronica:
• sensore volumetrico = volume di 5mm. di piovosità sull’area da trattare
• sensore tempo = intervallo di 48 ore dell’evento piovoso
Il primo rilevatore è in grado di rilevare e comunicare alla centralina elettronica l’inizio e la durata dell’evento piovoso; il sistema è identificato con il nome di “sensore pioggia”.
La centralina analizza i segnali provenienti dalla coppia di sensori (sensore pioggia + sonda di livello vasca di accumulo) e comanda l’apertura/chiusura della barriera posizionata nella vasca di raccolta.
Al manifestarsi dell’evento piovoso, inizia la rilevazione della coppia di sensori; la centralina comanda l’apertura della barriera convogliando le acque di prima pioggia verso la vasca e quindi, con l’ausilio delle pompe, verso l’impianto di trattamento.
In relazione all’intensità delle precipitazioni, uno dei due sensori interverrà prima al raggiungimento della quantità di acqua di prima pioggia comunicando alla centralina la necessità di chiudere la barriera: in tal modo si blocca il passaggio delle acque di seconda pioggia che, attraverso il troppo pieno del comparto, saranno convogliate verso i corpi idrici ricettori.
Comunemente per eliminare gli oli dalle acque di prima pioggia vengono utilizzati dei filtri detti a coalescenza o disoleatori che, nella maggior parte dei casi, sfruttano il diverso peso specifico e due sostanze per separarle. Il flusso veloce delle acque e le microparticelle di oli non risalgono in superficie e quindi ciò porta ad una non funzionalità di questi sistemi in commercio.
Cosa diversa è quella progettata dalla SICA, soluzione che permette la separazione degli oli attraverso l’assorbimento con il filtro a coalescenza: le acque vengono convogliate nel filtro in modo tale da favorire un’azione di “ruscellamento centrifugo”; questo ci consente di arricchire le acque con piccole micro bolle di aria che, a loro volta, si “legano” a quelle degli oli trascinandoli in superficie. A questa azione viene aggiunta quella della barriera di NCarbone®, che attira e assorbe tutti gli oli ed gli idrocarburi presenti nel refluo.