Normativa e Ambiente

L’Italia si caratterizza per un vasto quadro normativo in tema di tutela e protezione dell’ambiente naturale per quanto riguarda: la depurazione delle acque, il riutilizzo di acque reflue depurate, la potabilizzazione delle acque, il monitoraggio delle acque di balneazione, la bonifica di siti contaminati.

IL DECRETO DI RIFERIMENTO 152/2006

La principale normativa di riferimento è il D. Lgs. n° 152 del 3 aprile 2006 dal titolo “Norme in materia ambientale”, successivamente modificato e integrato dal Decreto Legislativo n°4 del 16 Gennaio 2008. Il testo citato è un riferimento con una notevole importanza concettuale e operativa per gli addetti del settore.

Il D.Lgs 152/2006 si divide in 6 parti, disciplinando in ognuna di esse:
Parte I: la definizione dell’ambito di applicazione della disciplina e le finalità;
Parte II: le procedure per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e dell’IPPC (Integrated Pollution Prevition and Control);

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Parte III: la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall’inquinamento e la gestione delle risorse idriche;
Parte IV: la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati;
Parte V: la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera;
Parte VI: la tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente.

LA DEPURAZIONE DELLE ACQUE: IL DECRETO 185/2003

In tema di depurazione delle acque oltre al D. Lgs. 152/2006, altra norma fondamentale è il D.M. n°185 del 12 giugno 2003 dal titolo “Regolamento recante norme e tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell’art. 26 comma 2 del D. Lgs 11 maggio 1999 n°152”.
Il Decreto Legislativo 152/2006 affronta l’argomento nella sezione II della parte terza riguardante la” Tutela delle acque dall’inquinamento”. La sezione si apre infatti con l’indicazione delle finalità della tutela delle acque dall’inquinamento:
– Prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;
– Conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi;
– Perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;
– Mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
– Mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;
– Impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico ed elenca gli strumenti che permettono il raggiungimento delle finalità precedentemente esposte:
– L’individuazione di obiettivi minimi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;
– Il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato, nonché la definizione dei valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;
– La tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun distretto idrografico ed un adeguato sistema di controlli e di sanzioni;
– L’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento in zone vulnerabili e nelle aree sensibili.

IL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE: IL DECRETO 185/2003

Il D.M. 185/2003 stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, urbane ed industriali. Inoltre regolamenta le destinazioni d’uso delle acque reflue recuperate ed i relativi requisiti minimi di qualità. È importante sottolineare che però non si applica al riutilizzo delle acque reflue recuperate presso lo stesso stabilimento o consorzio industriale che le ha prodotte. Infine definisce le modalità di realizzazione delle reti destinate alla distribuzione delle acque recuperate, nonché i criteri di controllo e monitoraggio degli impianti destinati al recupero delle acque e delle attività di recupero e di riutilizzo delle acque reflue recuperate.

LA POTABILIZZAZIONE DELLE ACQUE: D.LGS 152/2006, DLGS 31/2001, DM 174/2004

Il tema della potabilizzazione delle acque è trattato oltre che nel già citato D.lgs 152/2006, anche nelle seguenti leggi: il D.Lgs. n° 31 del 2 febbario 2001 (integrato e modificato dal D.Lgs. 27 del 2/2/2002)e il D.M. n° 174 del 6 aprile 2004.
Il D. Lgs 31/2001 obbliga il rispetto al rubinetto dei requisiti minimi indicati alle parti A e B dell’allegato I e la conformità ai parametri della parte C del medesimo allegato.
Il D.M. 174/2001 indica la tipologia di materiali che possono venire a contatto con l’acqua potabile nelle operazioni di trattamento, stoccaggio, trasporto e distribuzione.
Il D.Lgs. 152 del 3/4/2006 stabilisce i requisiti minimi di qualità per le acque superficiali da destinare alla produzione di acqua potabile e indica per esse le fasi del trattamento di potabilizzazione.